Ho nostalgia del nostro amore
Ho ben presente quel momento, quando tutto è cambiato per sempre, certo, c’erano state delle avvisaglie ma io non avevo capito. Ero solo una ragazza, senza la minima esperienza. Avrei dovuto sospettare, quella mattina, mentre correvo per prendere il tram e invece, d’improvviso, tutto era diventato buio e io ero stata inghiottita dal nulla. Svenuta! E non mi era mai capitato. Forse il caldo, la stanchezza, forse. E tu eri il forse più vero. Tu che un paio di settimane più tardi mi avevi svelato che c’eri con quel cerchietto rosso sul bastoncino del test. Aspettavo un bambino, aspettavo te. Un figlio è per sempre. Un figlio è la tua vita che cambia, diventi grande, diventi madre, ti trovi tra le braccia la responsabilità di una vita da far crescere, da fare esplodere? Ero pronta? No, non lo ero, e per un po’ sei stato un nemico. Tu, entrato con prepotenza nella mia vita per cambiarla per sempre. Avevo tanta strada ancora da fare, mille possibilità da inseguire e tu me ne lasciavi una soltanto, stavi scrivendo il mio futuro, tracciavi la mia strada senza darmi una sola possibilità di scelta. Mesi passati d’un colpo con te che mi rivoltavi lo stomaco. La nausea da mattina a sera, con la bocca sempre piena di saliva. E poi sei nato. Ricordo il tuo primo sguardo. Eri così brutto amore mio, con gli occhi storti e la manina piccolissima a stringere il mio dito, quasi a non volermi fare scappare. Eravamo stati così male io e te che avevo potuto vederti solo molti giorni dopo che eri nato. Ero venuta da te sulla sedia a rotelle perché non stavo in piedi, ma tu avevi bisogno di me, ti nutrivano con una sonda, non succhiavi dal biberon, forse avevi bisogno della mamma. Avevi bisogno di me. Potrei dirti che mi sono innamorata follemente di te da quel primo sguardo ma non sarebbe vero. Ho imparato ad amarti poco a poco, mi sei entrato dentro con le tue radici di frumento, giorno dopo giorno. Eri sgusciato fuori da me ma entrambi, credo, conservavamo il ricordo di quel nostro essere stati la stessa cosa, un unico respiro, lo stesso corpo con due cuori distinti. E mi tornano in mente tutti i nostri momenti. Quando ti insegnavo a prendere confidenza con l’acqua del mare che ti terrorizzava e ti aggrappavi stretto a me. Il nostro buttarci insieme dallo scivolo, come due cuccioli. I tuoi occhi la mattina di Natale e quel giorno, era l’8 marzo, quando arrivasti da me con le mimose che avevi comperato con i tuoi soldini, e nascondevi dietro alle spalle per me. La nostra storia d’amore è cresciuta così, fino a quando sei andato via. La prima volta a diciotto anni, a fare l’animatore per un’estate in un villaggio vacanze. Ti avevo visto partire e io e tua sorella eravamo tornate sole in macchina a singhiozzare come due sceme.
Adesso sei grande, qualche giorno fa hai compiuto 34 anni, guardo le tue spalle larghe di uomo e vedo le tue gambette di bimbo, quando ti cambiavo il pannolino cantando quelle canzoncine stupide che avevo inventato per te. Ti guardo essere padre, un ragazzo che si sta facendo strada nel mondo, una persona meravigliosa e oltre all’orgoglio per quello che sei, mi monta la nostalgia. Sapevo che tu eri un amore che a un certo punto sarebbe volato via, con un’altra donna. Va bene così, la sola cosa che mi importa è che tu sia felice. Eppure mi manchi, ogni istante, ogni momento. Forse ti sembrerà assurdo ma in ogni giorno c’è sempre un istante in cui penso a te con nostalgia. La nostalgia del nostro tempo insieme. E’ troppo tempo che non ricevo più una tua letterina e allora ne scrivo io una a te.
Ti amo tanto amore mio, bambino mio, stupendo grande uomo… ricordalo sempre.
La tua mamma
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