Alba nella giungla
C’è chi viaggia per spaparanzarsi al sole e bagnarsi in acque cristalline, non che la cosa mi disgusti ma sinceramente io cerco altro.
Pigiata in un pullman che va da Mirissa a Unawatuna (Sri Lanka) spio i locali, le donne con le loro code di capelli che luccicano di olio di cocco e sono così nere. Le giovani ragazze con il sari che digitano sul telefonino. Scopro così, guardando dal finestrino, che le fermate dei bus ospitano foto di ragazzi morti prematuramente. Ce n’è uno vestito da guerrigliero, in tuta mimetica e che imbraccia un mitra. Ha uno sguardo oblungo, che mi ricorda quello di mio figlio, sembra in posa con un travestimento per carnevale e invece era tutto vero e qualcun altro, forse un ragazzo come lui, ma tamil, con un identico sguardo, gli ha centrato il cuore spegnendogli per sempre la luce degli occhi e cancellando i suoi sogni per il futuro. Era nato nel 1983 è morto nel 2008. Questo paese, infatti, fino a pochi anni fa era in guerra …
Arriviamo a Unawatuna, la spiaggia è ancora semi deserta, ci cerchiamo un lettino all’ombra e dopo poco ci vediamo circondati da un mare di gente. E’ una manifestazione, gli abitanti del luogo protestano perché gli amministratori hanno costruito una diga foranea sulla destra. Proprio dove siamo noi adesso c’è una bella spiaggia di sabbia dorata, dall’altro lato invece il mare è praticamente arrivato agli hotel e i turisti se ne sono andati.
Problemi pratici, di ogni giorno, a noi sconosciuti. Alcuni turisti si mischiano al gruppo, alzano anche loro i cartelli che i locali gli passano. Mangiamo in un ristorantino sulla spiaggia, chiamiamolo pure bettola … visto che a pochi metri pascolano bufali e mucche. Eppure il cibo è buono, forse un po’ speziato ma saporito. Sorvoliamo sull’igiene, quando viaggi non puoi certo fare lo schizzinoso, ma accetto il rischio…
Ecco è un piccolo spaccato di vita, un caleidoscopio di sensazioni, suoni, colori, che spero in qualche modo vi arrivino.
E vi lascio con un’istantanea per me poetica. Immaginate un’alba nella giungla, una luce vivida che illumina e accende ogni filo d’erba. Ed ecco gli elefanti. Una è gravida, ci sono parecchi piccolini e un grande maschio. Strapppano l’erba con le proboscidi e se la portano alla bocca. La nostra guida è attenta, si avvicina ma non troppo perché se un elefante ti carica sono guai. Ma loro sono paciosi, ci guardano senza considerarci, convinti che non rappresentiamo un pericolo per il loro mondo così lineare, uguale giorno dopo giorno …
Vivere senza preoccuparsi del domani, ignari del pericolo, senza conoscere dinamiche diverse, senza cambiare il mondo. Come invece facciamo noi uomini, con le nostre città ipertecnologiche, con i grattacieli, le strade di cemento, i parchi cittadini con gli alberi stenti … e chissà se la cosa ci ha proprio giovato …
marzo 31, 2015
Il senso e8 chiarissimo, ed e8 pif9 che un amisorfa. e8 quasi una filastrocca. Per questo ti consiglio – se posso – qualche piccolo ritocco per farlo “tornare” oltre che come senso anche come metrica, ad esempio:Due parole: Dio ed IoDio precede ed Io lo seguema dov’e8 Dio non c’e8 l’Ioe dov’e8 l’Io non c’e8 Dio.