Essere felici per tutto e niente

“Intanto, oggi, andiamo a giocare in cima alla salita, sotto un grande olmo. C’è un tavolino di pietra e abbiamo i nostri noccioli di pesca seccati al sole. Ne mettiamo quattro a formare un quadrato, come un fazzoletto, e uno lo teniamo in mano”. Tratto da Il volo dei cuori sospesi (tra 14 giorni in libreria … tremo!)

E sarà che sono antica ma anche io lo facevo quel gioco con i noccioli di pesca … e quel tavolino di pietra c’è davvero a Runo, un paesino di montagna, lontano nel tempo e nei ricordi. Era un gioco semplice e noi bambine cercavamo di far saltare e trattenere tra le mani il maggior numero di noccioli, cantando “che bel fazzolettino mi sai dir come si chiama?”. Mi commuove l’innocenza di quel passatempo. Questa estate mi è capitato di vedere tanti bambini in spiaggia, sotto l’ombrellone a giocare con i telefonini o l’ipad. Ma un bel castello di sabbia, spruzzarsi con l’acqua, cercare conchiglie no??? Ritrovarsi al chiosco per giocare a bigliardino, spiare quel biondino irresistibile, fargli le poste … Ricordi del tempo che fu. Sarò anche babbiona, lo ammetto, ma lo sanno i nostri cuccioli cosa si stanno perdendo? Si giocano le amicizie, le risate, le corse pazze, le dita raggrinzite dall’acqua, per incollarsi a un monitor??? Si giocano l’estate! Per seguire il virtuale si fanno scappare la vita vera. Quel tempo così veloce e prezioso, a cercare inutilmente di prendere i pesci con le mani, a scappare dai granchietti, a fare le torte di sabbia bagnata con la spolverata dello zucchero a velo di sabbia asciutta. Sapete come ho imparato a nuotare? Nella mia famiglia nessuno era capace e chi l’aveva mai visto il mare? Poi un’estate dono partita con la colonia degli orfani (che il solo nome mi dà ancora gli incubi), un bambino m prestò il salvagente, io andai dove non si tocca e sganciai la chiusura, sentivo l’aria che usciva e pensavo che in qualche modo avrei dovuto provare a rimanere a galla. Impavida, sconsiderata, come solo i piccoli sanno essere, tornai a riva che un po’ avevo bevuto, ma mi sentivo invincibile! Ce l’avevo fatta! Ricordo i pomeriggi a giocare a campana scegliendo i sassi più piatti e disegnando l’asfalto con il gesso bianco. Le sere d’estate a giocare a nascondino. Nessun genitore ci stava a guardare, ce la sbrigavamo da soli e se ci sbucciavamo un ginocchio disinfettavamo la ferita con un po’ di sana sputazza e via di nuovo a correre. Adesso i piccoli sfrecciano come schegge in equilibrio sui bike balboard elettrici, che gli si stanno atrofizzando persino i muscoli! Si vede che sto proprio invecchiando, forse non so adeguarmi al nuovo che avanza … però ci sono tante cose di cui ho nostalgia:

I ghiaccioli chiavacci all’orzata

I cinema dell’oratorio all’aperto

Palla prigioniera

Seguire le nuvole bianche in cielo ridendo per le forme più strane

Le stringhe di liquirizia nella gazzosa

Recuperare i soldi caduti nei tombini con un bastoncino con il chewing gum

I semi di zucca abbrustoliti nel forno

Il Corrierino dei piccoli

Saltare alla corda

L’alibi del gioco della bottiglia per avere un suo bacio

Dire fare baciare lettera e testamento …

Le canzoni di Battisti cantate a squarciagola

Le cornicette a fine pagina con i pulcini, le campanelle, le casette e i fiori disegnati contando i quadretti

L’astuccio con i pastelli, la gomma, il temperino e il righello

Essere felici per tutto e per niente

… e adesso continuate voi …

 

 

 

 

 

 

 

 

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