L’evoluzione della specie in amore non aiuta

 

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“Cosa ci tiene legate a un uomo? Manette di vento, qualcosa di inconsistente ma più forte dell’acciaio. Non esistono, le abbiamo create noi eppure ci condizionano la vita”.   Tratto da ‘Lasciami contare le stelle’ Tea in libreria dal 25 ottobre   Magari l’uomo che amiamo è un bastardo, ci fa piangere come quando, bambine, la mamma ci lasciava sole all’asilo, eppure non riusciamo a vivere senza di lui. L’amore qualche volta è una vera prigione mentale, ha sbarre di vento che noi stesse ci costruiamo intorno e ci tengono in ostaggio. A biglie ferme la cosa è davvero poco furba. Un processo mentale che somiglia a quello di certe scimmie in India. Per prenderle i cacciatori infilano delle noccioline in un cesto che ha un’apertura piccolissima, le scimmie infilano la mano, stringono nel pugno il cibo e non riescono più a estrarla. Potrebbero decidere di mollare il malloppo e scappare ma non lo fanno e vengono catturate. Noi, più furbe ancora, continuiamo a tenere il pugno chiuso e dentro non c’è neppure la nocciolina! Il fatto è che amiamo come ossessi il cacciatore, siamo prede felici del nostro aguzzino. Per la serie: l’evoluzione della specie qualche volta non aiuta.

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