Orgoglio babbione
In tante mi riprendete: “Elvia non dire più che sei babbiona, non lo sei!”.
Vi ringrazio amiche mie per la gentilezza e l’affetto ma l’escamotage di non dire la verità o mentire sui propri anni, non mi farà ritornare giovane. Sono nella gioventù della terza età (che, mi dicono, comincia a 60 anni), ma sono pur sempre entrata nella vecchiaia.
Il fatto è che non ci sono più le babbione di una volta. Oggi ci chiamano Perennials, un nome che francamente mi dà i brividi, e che non ci vuole neppure tanta fantasia per capire che significa perenni.
Il neologismo sta d indicare le donne che hanno superato i cinquanta ma che non lo danno a vedere: Non stanno in casa a fare la calzetta, al contrario sono piene di progetti, hanno bandito il nero (una volta quasi obbligatorio dopo una certa) e si vestono come più gli pare e col colore che più dona loro. Hanno la mente giovane, ridono, ballano, in una parola ‘vivono’ come se lo ‘spauracchio’ della signora con la falce in mano fosse una visione lontanissima. Se le cose stanno così ebbene sì, sono una perennials, o meglio una nuova babbiona e felice di esserlo.
Ho un’amica (che chiamerò Filippa, nome di fantasia perché si dice il peccato ma non il peccatore) che ama dirmi: “Elvia bisogna rassegnarsi alla vecchiaia, sennò si diventa patetiche. Forse sarebbe il caso che la piantassi con gli integratori, le creme e chi più ne ha più ne metta, a un certo punto bisogna arrendersi all’evidenza”. Ha la mia età e in gioventù era davvero bella da togliere il fiato. Oggi è sciatta, molto ingrassata, con la pelle cadente (tanto che non si mette neppure più in costume da bagno). Non va neppure più dal parrucchiere. In poche parole non si cura.
Ora, io non mento sulla mia età, non dico che sono una teenager sarei davvero ridicola, ma cerco di essere la migliore versione di me e lo faccio perché questo, oltre a significare che mi voglio bene, deve essere un esempio per chi mi sta accanto.
Sia chiaro, il bello, la grazia, noi donne li abbiamo connaturati nell’anima. Riempiamo la nostra casa di fiori, ci piace vestirla a festa, preparare la tavola con belle stoviglie, accendere candele, profumarla, appendere bei quadri.
Sì, ma tornando a noi, Filippa ribatte : < soprattutto a una certa età bisogna essere belle dentro>.
Verissimo, concordo, ma perché una bella dentro deve per forza essere scorfano fuori?
Io mi sforzo per tenere la mia casa al meglio, dedico una serie di cure infinite alla mia gattina, anche se è più babbiona di me, lavo e lucido la mia auto.
Perché io dovrei lasciarmi andare? Ci sono due parole, che Filippa sbandiera a più non posso, ‘arrendersi’ e ‘rassegnarsi’. Due termini che ho proprio bandito dal mio vocabolario.
SI comincia a invecchiare ancora prima di avere compiuto 30 anni, invecchiano non solo la pelle ma anche le cartilagini, gli occhi, gli organi interni. Ma non lo spirito.
Non dobbiamo vestire la vecchiaia di rinuncia e di buio. Essere ‘diversamente giovani’ per me è anche bello. Ho capito tante cose, sono più risolta, vivo meglio, sono più felice.
Qualcuno di voi mi ha detto: “Elvia dovresti piantarla con gli abiti a fiori”. Penso a mia madre che amava il rosa e che mi aveva detto:
A me e a tutte le babbione come me, ma non solo, voglio dire: giocatevela. Non smettete di fare progetti, di vestirvi di celeste, rosa o rosso, di amare la gente, i colori, i fiori, gli animali, la natura, di amare voi stesse. Non smettete di dedicarvi cure, al contrario!
Guardo la mia pianta di basilico, risplende di mille foglie. Dovrei forse non darle acqua perché con l’autunno è destinata a morire? Al contrario, le dedicherò ancora più attenzioni.
Anche questo è un modo per amare la vita.
Per rispettarla in ogni sua stagione.
Vi lascio con la foto di Einstein che fa la linguaccia. E’ stato, credo, l’uomo più intelligente di sempre e non ha mai smesso di fare il bambino.
E allora buona vita amiche mie e ricordatevi sempre di essere felici e risplendere!
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