Quando la luna oscura il sole
Sta lì come morsicato, non più tondo e sfavillante ma quasi spento. E la luce è un po’ appannata.
Io, con il naso all’insù, lo fotografo e penso che non mi piace proprio, questa cosa dell’eclissi.
C’è chi ama la penombra, scherma le case, abbassando le persiane, tira le tende. Io, anche a scapito della privacy, lascio tutto aperto, in modo che la luce piova a inondare le stanze, mi raggiunga e baci.
Adoro stare a letto e guardare i raggi del sole che illuminano il pulviscolo, facendone piccole stelle.
E quando tramonta c’è un gioco che faccio, fin da quando ero bambina: alzo un pugno al cielo e catturo stringendo le dita, l’ultimo raggio di luce, quasi a volerlo imbrigliare, portare via con me.
Adoro il sole che si rompe in mille schegge sul mare, che lascia la scia.
Non bisogna averne paura, anche se ci mette a nudo, scalda e ravviva. E’ come la vita, qualche volta brucia e lascia il segno ma è sempre un regalo.
Sensazioni … vi lascio con un brano tratto da Lasciami contare le stelle.
A parlare è Bianca:
“Mi vengono in mente tante cose: i mulinelli di foglie secche di certi autunni, le mattine in cui la luce filtra appena e il pulviscolo dorato levita impalpabile, nel buio. Le bolle di sapone, da bambina erano il mio gioco preferito, restavo incantata a vederle correre nel vento.
La mano di mio padre che teneva la mia.
Inizia a piovere, prima lentamente poi in goccioloni pesanti che si schiacciano contro il vetro come meduse liquide.
Non ho mai fatto l’amore con il temporale e l’acqua che batte rabbiosa contro i vetri della finestra.
Deve essere una bella sensazione”.
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