Un capolavoro di libro: La teoria del moltiplicatore
Oggi voglio presentarvi il libro di un’amica: Rossana Pessione. Un thriller pazzesco: La teoria del moltiplicatore. Sia chiaro, non lo dico perché Rossana è un’amica. I libri per me sono una cosa seria, troppo seria. Come sono iper critica con me, lo sono con gli amici. Negli anni mi sono attirata anche una serie di inimicizie perché sui libri, ripeto, vado sempre con i piedi di piombo. Si fa così con le cose che si amano e per me i libri sono la vita.
Quini ci metto la faccia nel dirvi che questo è un romanzo he vi lascerà senza fiato. Vi ci ritroverete, farà vibrare delle corde intime anche in voi. E sarà perché non è possibile non immedesimarsi in Francesca così giovane e bella però ferita a morte dal tradimento del compagno. Per questo lascia la sua casa di Iseo e sparisce per un po’, va a leccarsi le ferite in solitudine, perché è così che noi donne facciamo, quando siamo davvero straziate. Chi non ha avuto la voglia di staccare la spina e fare perdere le proprie tracce? Si muore dentro e quindi, paradossalmente, ci prende la voglia di sparire dal mondo.
Almeno per un po’.
Il fatto è che però Francesca sparisce davvero e questa volta non per sua volontà.
Che ne è di lei?
Francesca lavorava in un hospice, un luogo che accoglie i malati terminali, e li accompagna dolcemente nell’ultimo tratto della loro vita. Ma accanto all’hospice c’è Villa Letizia, un’Accademia di Anatomia dove vengono studiate le sezioni de cadaveri, così da aiutare i nuovi medici a fare esperienze importanti e lavorare al meglio per le vite che verranno loro affidate in seguito.
Un lungo corridoio separa l’hospice da Villa Letizia ed è il confine tra la vita e la morte.
Vorrei parlarvi per ore di questo libro straordinario ma preferisco darvi un piccolo assaggio di come scrive Rossana, incollandovi, di seguito, il prologo del romanzo:
Prologo
Sebastiano tiene gli occhi bassi e non sorride quasi mai. Le ragazze gli piacciono un po’ tutte, ma ha una vera passione per quelle con i capelli rossi. Sono loro che gli fanno perdere la testa, lui però è più timido di un adolescente e non gli riesce neppure di spiccicare mezza parola. Ha quarant’anni suonati e si cava le voglie solo con le prostitute di colore che la vendono, nei campi dietro la statale, alla Mandolossa. Con loro non parla. Scrive poesie.
Le ho viste, sedute sul sagrato della chiesa a Maspiano.
Fiori esotici profumati di zenzero,
stringere al seno boccioli d’ebano e d’ambra.
Le ho sentite, cantare sottovoce, nenie antiche
di madri velate di nero.
Le ho viste quasi bambine, vestite di zafferano,
cercarmi con gli occhi prima
e distogliere lo sguardo poi,
brillare sul marciapiede,
stelle cadute nel cielo sbagliato.
Darebbe qualsiasi cosa per averne una tutta per sé, ma le donne lo fanno sentire a disagio: allora le prende e poi scappa. Solo con Francesca era tutto diverso, per questo si è fidato. Ma lei, Francesca, adesso dov’è?
Sebastiano è robusto ma ha le mani sottili.
Sottili e pallide, praticamente dello stesso colore dei guanti di lattice che indossa, mani eleganti come quelle di un direttore d’orchestra. Quasi non crederesti che sono le stesse mani con cui afferra i corpi e li fa a pezzi. Li disseziona con precisione chirurgica.
Sebastiano è un professionista della morte.
E ditemi voi se non è un capolavoro, già dall’inizio.
Ma a parte la sua scrittura, che è da brivido, Rossana ci incanta anche con un thriller assolutamente unico per i temi trattati.
Io leggo moltissimo, come vi avevo detto i libri sono la mia vita, ma, sinceramente, i thriller mi hanno un po’ stufata. Ho amato a dismisura quelli del mio amico Faletti, perché avevano un germe incredibile di originalità, ma gli altri mi annoiano abbastanza, dovrebbero tenerci con il fiato sospeso e invece il più delle volte sono prevedibili, trattano temi triti e ritriti.
Rossana, invece, ha coniugato alla scrittura anche la sua vena di giornalista, ha recuperato dal suo lavoro di indagine delle informazioni e ci ha costruito sopra un thriller che lascia davvero a bocca aperta.
Tutto parte dal fatto che, per un’intervista, si è imbattuta in una struttura italiana dove vengono trattate sezioni di cadaveri che servono poi alla ricerca. Ma voi lo sapevate che esistono posti così? Che si può donare il proprio corpo alla scienza e che questo ha permesso di compiere grandi passi avanti nella medicina?
Io, francamente, lo ignoravo.
Bene, Rossana ci trasporta in una storia senza respiro, qualcosa che ci attanaglia lo stomaco, ma ci spinge anche a pensare. Una storia di un’umanità sconvolgente. Chapeau per la scienza! Ma se fosse possibile, in questo modo far sparire dei cadaveri ‘scomodi’ ? Se una persona finisse sul tavolo delle dissezioni non per sua volontà ma semplicemente perché dà fastidio a qualcuno?
Badate, questo è solo lo spunto perché la storia è molto, tanto di più.
Lasciatemelo dire e con un po’ di sana invidia. Sì perché anche io, come romanziera, avrei voluto avere questa illuminazione e costruire un intreccio incredibile, dar vita a una storia unica, che, davvero non si dimentica.
Qui sotto vi incollo l’url di amazon per chi volesse acquistare il libro di Rossana Pessione.
Non vi consiglierei mai un romanzo se non fossi sicura di farvi un regalo.
Buona lettura amiche e amici, buonissima estate.
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